LA FINANZA PERSONALE E LA RESPONSABILITA’ SOCIALE DEGLI INTERMEDIARI FINANZIARI  

Le attività finanziarie, come dovrebbe essere noto, si astengono da considerazioni di etica e morale e quindi i servizi di investimento offerti lasciano esclusivamente al risparmiatore la responsabilità di operare in accordo ai propri principi morali di riferimento.

Tuttavia poichè quanto è regolato contrattualmente enfatizza la tutela del risparmiatore limitatamente al rischio di perdite finanziarie, tale circostanza può offuscare la capacità di discernimento, ritenendo errroneamente che tutti i comportamenti siano giustificati dal fatto di porre in essere operazioni di per sè lecite sotto l’aspetto unicamente legale.

Il fatto che le attività finanziarie siano a base laica non esime gli intermediari ed istituti di credito dalla responsabilità sociale di sensibilizzare il proprio personale nell’instaurare con la clientela un’assistenza che sia anche etica; ognuno agisce secondo coscienza si obietta ma in campo finanziario la linea di demarcazione tra ciò che è lecito e ciò che non lo è moralmente non è così evidente come in altri campi.

A mitigare comportamenti meramente speculativi si pongono le attività di finanza etica (*) di cui non è prevista una sistematica informativa da parte degli istituti finanziari, sia consulenziale che contrattuale, ai soggetti privati. La tecnologia disponibile on line può portare ad amplificare il numero delle transazioni senza che il risparmiatore si renda conto di porre in atto comportamenti tesi alla ricerca del profitto a breve o brevissimo termine in antitesi ai concetti di etica che dovrebbero essere sempre presi in considerazione da un investitore.

 

(*) tra gli studi più significativi: Etica e Finanza- Documento Gruppo di Studio CEI; http://www.borsaitaliana.it/notizie/sotto-la-lente/finanza etica.htm

 

 

 

ETICA, ECONOMIA E FINANZA

RACCOLTA DI STUDI E ANALISI CON L’INTENTO DI RACCOGLIERE E CONDIVIDERE SPUNTI DI RIFLESSIONE, NEWS, DISCUSSIONI, INIZIATIVE DI FINANZA ETICA ED IN SENSO PIU GENERALE PROMUOVERE UNA CULTURA DI ETICA APPLICATA IN OGNI TIPO DI ATTIVITA ECONOMICA

ETICA, ECONOMIA E FINANZA

Dagli studi di etica emerge la necessità di un ripensamento dell’economia al fine di una trasformazione culturale che riporti le attività economiche al servizio del bene comune e conferisca un diverso orientamento alle attività finanziarie con un maggiore ruolo della finanza etica ed una responsabilizzazione morale degli intermediari finanziari e degli investitori

Dal momento che la finanza è parte integrante, in quanto strumento, dell’economia quanto sopra dovrebbe applicarsi anche ad essa; anzi tale applicazione rappresenta oggi una componente cruciale del più generale orientamento perseguito dagli economisti che sottoscrivono l’economia al servizio dell’uomo.

La “brama esclusiva del profitto” è una delle due “strutture di peccato” più caratteristiche della nostra epoca.

” una problematica attuale ed urgente è la valutazione morale del comportamento dei singoli all’interno di un sistema economico moralmente opaco, in particolare si tratta di valutare l’effettiva possibilità dei singoli di sottrarsi ai suoi massicci condizionamenti. Se da una parte si delinea cioè il dovere morale di riforma e di cambiamento di sistemi finanziari moralmente oscuri, dall’altra il singolo è vincolato all’astenersi da comportamenti in sé lesivi del bene morale, in particolare da forme speculative moralmente riprovevoli. L’avallo sociale e giuridico non esime da una responsabilità morale vincolante verso l’oggettività morale, una volta che quest’ultima è stata vista ed accolta”(Fonte: the Journal of Ethics and finance Università si San Tommaso d’Aquino – Roma)

Papa Francesco: l’attaccamento ai soldi distrugge persone e famiglie

Fate attenzione e tenetevi lontani da ogni cupidigia

L’attaccamento al denaro ammala le persone, distrugge le famiglie, “non i soldi, ma l’atteggiamento, che si chiama cupidigia”. E’ un chiaroscuro del rapporto con il denaro e delle sue sfumature, dalla cupidigia alla povertà, quello che papa Francesco ha offerto oggi nell’omelia della Messa a Santa Marta commentando il Vangelo del giorno, in cui a Gesù è richiesto di intervenire su una disputa tra fratelli per un’eredità.
Parte da un’istantanea della quotidianità umana, papa Francesco, dalle famiglie divise dai soldi fino all’intimità del cuore assediato dalle preoccupazioni: “Questo – dice – è un problema di tutti i giorni. Quante famiglie distrutte abbiamo visto per il problema di soldi: fratello contro fratello; padre contro figlio…”. E riprende: “Quando una persona è attaccata ai soldi, distrugge se stessa, distrugge la famiglia! I soldi distruggono! Fanno questo, no? Ti attaccano. I soldi servono per portare avanti tante cose buone, tanti lavori per sviluppare l’umanità, ma quando il tuo cuore è attaccato così, ti distrugge”.
Per papa Bergoglio l’atteggiamento del continuo desiderio di “avere di più” apre a una strada che è contraria alla natura dell’uomo: “questa cupidigia ti ammala, perché ti fa pensare soltanto tutto in funzione dei soldi”. E alla fine “la cupidigia è uno strumento dell’idolatria, perché va per la strada contraria a quella che ha fatto Dio con noi. San Paolo ci dice che Gesù Cristo, che era ricco, si è fatto povero per arricchire noi. Quella è la strada di Dio: l’umiltà, l’abbassarsi per servire. Invece la cupidigia ti porta per la strada contraria: tu, che sei un povero uomo, ti fai Dio per la vanità. E’ l’idolatria!”.
Nel passo del Vangelo meditato nella Messa, Gesù – dice il papa – usa parole forti quando racconta la parabola dell’uomo tutto dedito ad accumulare “tesori per sé” mentre “non si arricchisce presso Dio”. Eppure Gesù “ci dice che non si può servire due padroni: o Dio o il denaro. Ci dice di non preoccuparci, che il Signore sa di che cosa abbiamo bisogno” ed esorta “all’abbandono fiducioso verso il Padre, che fa fiorire i gigli dal campo e dà da mangiare agli uccelli”.
E mentre il ricco protagonista della parabola continua a dedicarsi alle sue ricchezze, Dio gli dice: “Stolto, questa notte ti sarà richiesta la tua vita!”. C’è la decisività della vita e della morte nelle parole di papa Francesco sul denaro. Un nesso chiaro e terribile, che lega il desiderio di ricchezze all’idolatria e all’autodistruzione: “Questa strada contraria alla strada di Dio è una stoltezza, ti porta lontano dalla vita – dice il papa -, distrugge ogni fraternità umana”.
Il cammino alternativo, quello che va nella direzione opposta e che papa Francesco indica, è lo stesso percorso dal santo di cui il pontefice porta il nome, la povertà. Non una povertà fine a se stessa, chiarisce papa Bergoglio, ma uno “strumento” per aiutare la vita del mondo: “Il Signore ci insegna qual è il cammino: non è il cammino della povertà per la povertà. No! E’ il cammino della povertà come strumento, perché Dio sia Dio, perché Lui sia l’unico Signore! Non l’idolo d’oro! E tutti i beni che abbiamo, il Signore ce li dà per fare andare avanti il mondo, andare avanti l’umanità, per aiutare, per aiutare gli altri”.
Poi, la conclusione, con un monito: “Rimanga oggi nel nostro cuore la Parola del Signore: ‘Fate attenzione e tenetevi lontani da ogni cupidigia, perché anche se uno è nell’abbondanza, la sua vita non dipende da ciò che egli possiede’”.Inviata Roberta Leone

http://www.sanfrancescopatronoditalia.it/26731_Papa_Francesco__l%E2%80%99attaccamento_ai_soldi_distrugge_persone_e_famiglie_.php#.VquJsbvSlnc

                               

1Timothy 6:10 — For the love of money is a root of all kinds of evil. Some people, eager for money, have wandered from their faith and pierced themselves with many griefs.

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L’investimento responsabile individuale.
L’operatore privato, non intermediario, che segue i principi etici universali deve evitare di mettere a rischio i propri risparmi; può investire con un orizzonte a medio lungo termine.

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Il denaro in testa

“capace di riempire la testa dell’uomo come in una possessione”.

Vite che ruotano intorno ai soldi, al desiderio di possederli, alla paura di perderli: l’ossessione, la dipendenza, l’angoscia, … si finisce per ridurre una società al denaro come misura del valore non solo delle cose, ma della stessa persona.

L’uomo a una sola dimensione. Nella follia da denaro si corre il rischio di sostituire le banconote agli affetti..

“La società del denaro non coglie la bellezza del mondo e neanche il suo affanno, riduce l’uomo a un salvadanaio che si può rompere troppo facilmente, lasciando solo dei cocci. Questa è la follia, oggi talmente diffusa da sembrare normale. Ma non lo è”.

tratto dalla prefazione del libro “il denaro in testa” di V.A.- Rizzoli

Il PROBLEMA DELL’ATTACCAMENTO PSICOLOGICO AL DENARO.

L’attività finanziaria di borsa nel breve termine provoca attaccamento psicologico che si concretizza in un insieme di comportamenti, compulsivi e non, tutti inerenti gli obiettivi della speculazione finanziaria di borsa e tra cui di seguito si indicano i principali:

– operazioni continuative nel breve termine

– studio dell’analisi tecnica e relativi corsi

– pensiero sempre rivolto agli indici di borsa

– ricerca ansiosa del recupero delle perdite

– incapacità giornaliera di staccare il pensiero dalla  borsa e dall’idea di far denaro con il denaro fino ad estendersi, nei casi limite di dipendenza psicologica, alle festività ed al week end.

Tutti i comportamenti sopra indicati non sono compatibili con le linee guida di un buon investitore come indicato in altra pagina del sito.